Open Nav emanuele battista

DON EUSTACCHIO MONTEMURRO

RECENSIONE

Eustachio Montemurro, una vita per gli altri. recensione di Vittorio Polito

Don Eustachio Montemurro (1857-1923), nato a Gravina in Puglia, ove riposano le sue spoglie, fin dai primi anni di vita, grazie all’eccellente educazione ricevuta e alle prove che la vita gli riservò per la perdita prematura della mamma, della sorellina e del fratellino, a causa di una terribile epidemia colerica, manifesta una forte personalità aperta alla cultura e alle relazioni sociali armoniosamente integrate da valori umani e religiosi. Laureatosi in medicina, esercita a Gravina la professione di medico con grande senso di responsabilità e carità cristiana. Oltre a curare i malati con grande professionalità, si preoccupa delle indigenze familiari, fornendo spesso personalmente, oltre alle medicine, generi di prima necessità e somme in denaro. Fortemente impegnato in politica, si batte sempre per il sostegno delle classi povere, avendo particolare cura della formazione scolastica dei figli dei contadini. Nel 1903, chiamato da Dio, abbandona l’attività di medico ed entra in seminario per ricevere l’ordinazione sacerdotale. Considerato “un modello di prete, “un apostolo dell’istruzione religiosa e dell’educazione cristiana”, “un testimone” coraggioso “dell’amore dei fratelli verso i fratelli”, la Chiesa, riconoscendo in lui le virtù teologali, lo ha reso Servo di Dio, e quindi venerabile. Attualmente è in corso la causa di canonizzazione.

Padre Eustachio Montemurro, nella sua profonda e sopravvenuta sensibilità pastorale, invita superiori, confratelli e religiosi ad un “fedele ritorno alle origini del proprio istituto”. Dietro questi impulsi di carità, egli fondò delle Congregazioni Religiose; i “Piccoli Fratelli del SS. Sacramento” confluita in seguito in quella dei “Rogazionisti del Cuore di Gesù” e quelle femminili delle suore “Missionarie Catechiste del Sacro Cuore” e le “Figlie del Sacro Costato e di Maria SS. Addolorata”; dedite alla riparazione al Sacro Cuore e all’educazione delle fanciulle del popolo.Questo fervore di opere gli procurò l’accusa di ‘eccesso di zelo’ ed il mancato riconoscimento della sua opera; ma le incomprensioni e le sofferenze non lo scuoteranno nella sua sensibilità e continuò per la sua strada.

Padre Eustachio Montemurro, unitamente a don Saverio Valerio, chiese al papa il permesso di trasferirsi a Pompei, per adempiere il loro desiderio di condurre vita in comune, al servizio delle anime presso il Santuario della Vergine del Rosario, fondato dal beato Bartolo Longo, allontanandosi così anche dai parenti ed essere completamente dedicati al servizio di Dio.Da Pompei continuò a seguire l’attività delle Congregazioni di suore da lui fondate, inserendole anche nella realtà del Santuario. Oggi sono presenti in circa 70 Case sparse in Italia e nel mondo.La Provvidenza volle che Montemurro e Bartolo Longo si incontrassero come studenti preso l’Università di Napoli pur scegliendo campi diversi, ma comunicanti rispetto a carità, solidarietà ed educazione.

Recentemente Emanuele Battista, poeta e commediografo, soprattutto in dialetto barese, presidente dell’Associazione laicale “Sacro Costato” di Bari, più volte premiato a concorsi di poesie, si è cimentato questa volta nel proporre in versione teatrale la vita del Servo di Dio, Eustachio Montemurro, cosa non facile dal momento che per pubblicare questi testi sono necessari imprimatur ed autorizzazioni ecclesiastiche.

Ma Battista, che possiede una solida personalità artistica ed una forte umanità sociale ha superato con successo ogni ostacolo riuscendo benissimo nel suo lavoro con l’opera “Eustachio Montemurro. Chicco fecondo”. Le Suore Missionarie del “Sacro Costato” hanno presentato con successo, lo scorso 11 novembre in Bari, la vita di Eustachio Montemurro di Battista, presso il Kursaal Santalucia, per la regia di Annalisa Calabrese. Non si può che complimentarsi con l’autore per la sua caparbietà finalizzata a far conoscere al grande pubblico la vita e le opere di un singolare uomo del Mezzogiorno, medico e sacerdote, che docile al Signore ha speso la propria vita per gli altri, facendo del teatro un luogo privilegiato d’incontro tra arte e Vangelo.

La realizzazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’Istituto “Santa Teresa del Bambin Gesù” di Bari, del Comune di Gravina in Puglia, della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, della Fondazione “E. Pomarici Santomasi” di Gravina e della ditta “Ruggieri Arredi Sacri” di Bari.
Vittorio Polito - www.webalice.it/vittorio.polito

FOTO PREMIAZIONE

Top