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Eucarestia e Sport

Eucarestia e Sport
 
La Domenica, giorno del Signore. Ma la domenica è anche giorno di sport. Calcio, basket, pallavolo, automobilismo, motociclismo e decine di altri sport hanno i loro appuntamenti di domenica. Stadi pieni, trasferte più o meno lunghe, TV mobilitate, carta stampata a fiumi, forze dell’ordine allertate, super lavoro per ferrovie, pullman, caselli autostradali, autogrill. Lo sport, un fenomeno di massa che richiama l’attenzione di quasi tutte le famiglie italiane che, programmano gli impegni domenicali in funzione degli appuntamenti sportivi da seguire o da praticare personalmente. E poi, soldi, tanti soldi per fare o godere lo sport. Spesso si fa menzione ad un antico pensiero filosofico:“Mens sana in corpore sana”, per invogliare una persona a fare sport perché all’educazione intellettuale deve essere unita quella fisica per una completa sanità e armonia dell’individuo.
E la messa? Trova spazio la messa, durante la domenica da destinare allo sport? È utile la partecipazione all’Eucarestia domenicale per la sanità mentale di un buon cristiano?
Per rispondere a questi interrogativi, mi piace far memoria di quando ragazzo adolescente degli anni ‘70 frequentavo l’oratorio del Redentore. Per chi non lo conosce, il Redentore è una parrocchia del difficile quartiere Libertà di Bari, gestita dai padri salesiani, con annesso un importante oratorio, dove i ragazzi trovano a loro disposizione campi di calcio, basket, pallavolo, calcio-balilla, ping-pong, laboratori teatrali e musicali e tante altre attività di grande interesse per i giovani adolescenti. Bene, anch’io, come già detto, frequentavo il Redentore e quello che ricordo, legato alla domenica era che la struttura dell’oratorio era aperta ai ragazzi solo dopo la partecipazione alla messa del fanciullo. Quante messe partecipate ma non ascoltate, con gli occhi incollati a quel maestoso portone che ci divideva dalle nostre meraviglie. Allora, in quelle domeniche, le messe mi sembravano interminabili, la mente correva con grande fantasia a quello che sarebbe successo più tardi: la partita, i goal, la vittoria. Bisognava solo aspettare che quel portone si aprisse, bisognava attendere che la messa finisse. Mi sembrava un’assurdità, un’ingiustizia, una forzatura, un inutile ricatto. E quando, facendoci coraggio, ci lamentavamo con i padri salesiani, per “quell’inutile passaggio”, loro, all’unisono ci rispondevano: la domenica, viene prima la messa e poi lo sport. Con il tempo, con la crescita, con la maturazione, quella benedetta formula non solo non l’ho più dimenticata, ma, anzi, è diventata parte integrante del mio pensiero e mia convinzione pedagogica da trasmettere ai miei figli e ai ragazzi che ho occasione di conoscere. Prima di aiutare il corpo ad essere sano con una buona attività sportiva, o godere di uno spettacolo sportivo è indispensabile la partecipazione alla messa. La parola del Signore ci edifica, ci stimola a migliorarci, ci aiuta ad essere più sereni dopo una sconfitta, ci fa capire che dietro un tifoso avversario c’è un’altra persona che, come noi vuol solo divertirsi, e non un avversario da odiare, da osteggiare, da offendere o peggio ancora da picchiare. L’Eucarestia tanto bene farebbe ai giocatori che, travolti dal successo, dalla notorietà, dai lauti guadagni pur di essere sempre più efficienti, più forti, più vincenti, più vigorosi, fanno ricorso a sostanze dopanti calpestando il proprio corpo che, paradossalmente per fare bene lo sport non è più sano. Allora, mi piace completare questo mio intervento con lo slogan che imperava nell’oratorio del Redentore: la Domenica, c’è prima la messa e poi lo sport!
 
                                                                                                                                             Emanuele Battista
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