Open Nav emanuele battista

Festa di San Nicola

Festa di San Nicola
 
Sanda Necòle va pe mare,/ Va vestùte a marenàre/ E ce vole la mendagnòle,/ Sanda Necòle tutte d’ore.      Allègre pellegrìne,/ Sanda Necòle av’a partì./ Allègre marenàre, Sanda Necòle va pe mare.
Con questo canto popolare, dalle quattro del mattino dell’otto maggio, partendo dalla Basilica, la folla di fedeli accompagna la statua di San Nicola in processione per la città. Passaggi obbligati sono il palazzo del Municipio e la sede della Camera di Commercio, prima di giungere all’ansa de ‘nderlalànze, dove viene officiata la messa e poi l’imbarco su un peschereccio per raggiungere un posto in mare a qualche centinaio di metri dalla riva, dove i devoti si recano in barca per formulare preghiere, intenzioni e richieste di grazie. Buona parte dei fedeli è costituito da pellegrini giunti da ogni dove. Solitamente arrivano il giorno sette per ripartire nella serata dell’otto. La tradizione dei pellegrinaggi risale a molti secoli fa; San Nicola, non per niente, è il Santo più venerato nel mondo. Negli anni ’40, ’50 e ’60, quando i mezzi di comunicazione non erano così diffusi ed efficienti come oggi, i pellegrini (simpaticamente chiamati dai baresi zia-zìi) giungevano con torpedoni, traini e molti anche a piedi. Le comitive più numerose arrivavano dalla Campania, Abruzzo e Molise; tantissimi dalla provincia di Campobasso. Arrivavano già dal giorno 5 o 6 maggio con provviste di taralli, pane, focacce e formaggio, vino in quantità. In quei giorni Barivecchia moltiplicava di molto la propria densità abitativa, infatti i pellegrini trovavano ospitalità in casa dei baresi che, per qualche soldo offrivano le proprie abitazioni per dimorare. Ci si arrangiava, baresi e zia-zìi si adattavano a dormire per terra, in più persone nello stesso letto; qualche ritardatario o chi non poteva disporre di soldi noleggiava una sedia per riposarsi poggiando la testa sul tavolo. C’è da dire che quasi tutte le case della città vecchia non disponevano di acqua corrente e di bagni (la fogna non era ancora stata installata). I pellegrini seguivano con tanta devozione tutte le funzioni e cerimonie. Si assistevano a scene di manifestazioni di grande sacrificio, chi percorreva tratti di strada in ginocchio, prima di arrivare alla Basilica, altri che strisciava no la lingua a terra, una volta giunti nei pressi della tomba del Santo. San Nicola, dal canto suo, non si è mai risparmiato verso questi fedeli, dispensando loro molte grazie, di qui il detto dei baresi: “Sanda Necòle iè amànde de le frastìire” (San Nicola ama maggiormente i forestieri). La permanenza de le zia-zìi si prolungava sino al giorno undici, quando veniva decretata chiusa la festa. Le comitive ripartivano portando con sé sacchi di mandorle e nocelle e la gioia nel cuore di aver partecipato alla festa. Tra pellegrini e baresi s’instaurava una sorta di amicizia che si rinnovava di anno in anno, allorquando i pellegrini prenotavano i posti a dormire per la festa successiva. Una volta partiti gli ospiti, le case venivano ripulite a fondo e tutto tornava alla vita normale. C’è da dire che i baresi, da sempre con il fiuto degli affari, hanno sempre trattato da fratelli e sorelle la gente che veniva a Bari in occasione della grande festa, senza mai approfittare per guadagni facili.
Sarà per il senso d’ospitalità che li contraddistingue o per il timore che San Nicola si offendesse personalmente, in caso di cattivo trattamento dei suoi devoti?  
                                                                                                          Emanuele Battista
Top