APPROFONDIMENTI POESIE
LA CULTURA IN PUGLI NEGLI ULTIMI 40-50 ANNI
Ha avuto notevoli incrementi e si può dire che sia passata da un livello
municipale o regionale ad un livello nazionale di attività intellettuale, valido in ogni ramo.
Le ragioni sono molteplici, legate ad iniziative individuali, a promozioni culturali, al miglior livello culturale di base, ad un cambiamento delle attività economiche e sociali della regione nel suo insieme. Inoltre sono giunti nelle nostre cittadine, nuovi orientamenti, nuovi gusti e anche nuove mode che hanno cancellato sterili ripetizioni o imitazioni di antichi modelli.Alla luce di queste riflessioni la poetica di Emanuele Battista segue un modulo espressivo ben definito attraverso i versi in vernacolo prettamente barese: il monologo, che diventa spesso ricco di esuberanza vitale e suggestivo tra memorie ed emozioni individuali. Proprio attraverso l'impegno culturale verso la sua città nativa, Emanuele, con un linguaggio chiaro e suadente, riesce a descrivere tutto un mondo di affetti, immagini, spiritualità, tradizioni che ci aiutano a intravedere la topografia mentale del poeta.
Gli oggetti, i personaggi, gli avvenimenti, sono assorbiti e diventano comunicazione del suo intimo. Ognuno di esso costituisce una tappa della vicenda personale che il poeta rende collettiva. Spesso i richiami a odori antichi, a tempi ormai lontani, le allusioni alla infanzia di Emanuele, costituiscono una parte affascinante della sua poesia. I personaggi, non indicati direttamente, ma riconoscibili, sono presentati espressivamente e, attraverso l'uso di metafore, comunicano lo stato d'animo del poeta. Uno stato d'animo che ha sete di giustizia, che condanna le disugualianze sociali provocate dall'arroganza, dalla violenza, dalla millanteria, dall'ambizione. Vi è, tuttavia, un luogo dove è possibile trovare la giustizia, la libertà, ma naturalmente si tratta di una città ideale dove governa la virtù: è il regno dei morti dove, al fine, ricchi e poveri si sono scambiate le parti e dove ciascuno, privato della maschera, diventa uguale agli altri.
Da queste riflessioni nasce così l'esigenza di "scavare" nel dialetto un proprio linguaggio personale che diventa poesia dal momento in cui il poeta spazia dai sentimenti più intimi quale l'amore per la propria madre, morta prematuramente, quello per la sua sposa e infine quello per la Madonna, la mamma celeste di tutti noi. C'è dunque un filo rosso, direi, che unisce il grande sentimento dell'amore terreno a quello soprannaturale, amore profondo che trascende verso la sfera celeste. Ma anche l'amore per la propria terra, per il suo prossimo è intriso di sentimenti intensi laddove il suo io narrante carpisce dalla natura il suo mezzo espressivo entrando così a contatto con le cose che lo circondano e afferrandone l'essenza. Le tematiche che, nel suo percorso poetico, Emanuele ha voluto evidenziare con rigore artistico sembrano avere un contatto diretto con il lettore che si rivede, a mò di flashback, in quegli avvenimenti, episodi, ricordi dell'infanzia, personaggi e, persino, nelle stesse personificazioni di alcuni animali.
Ma ciò che ci colpisce di più, a mio avviso, è il richiamo del poeta alla sua Puglia, terra di cattedrali, castelli, muri a secco, trulli. E quando si fa riferimento ai piatti caratteristici della cucina barese, ci viene da pensare che questa nostra società, dopo la caduta delle ideologie, si sia rifugiata nei valori semplici del passato e nelle antiche ricette gastronomiche per riconquistare la propria identità, magari attorno ad una tavola imbandita. Questi richiami ci portano lontano, quando ancora bambini conoscevamo la strada, priva di traffico ,per poter giocare e crescere liberamente, ma pur sempre legati a quelli che sono i veri valori della vita che il poeta paragona ad un viaggio. Il termine di paragone è efficace perché così come la vita, il viaggio può essere, a volte, insidioso ma sta a significare anche il poter "andare oltre" attraverso tappe graduate di lenta conoscenza.
All'esaltazione della vita si affianca, nel quadro poetico, l'esaltazione della natura. Cogliamo l'attimo, dice il poeta, per poter crescere liberi dal malessere quotidiano, cercando di vedere sempre il lato buono delle cose e delle persone vicine a noi. Il legame alle tradizioni, la cultura del "vicolo", le credenze popolari aiutano l'uomo a sopravvivere anche quando Emanuele, con ironia, fa cenno alle superstizioni , ancora residui di quel paganesimo in opposizione alla cultura ufficiale teologicamente più raffinata e rappresentata dalle istituzioni ecclesiastiche.
Formule, modelli di vita, preghiere miste a scongiuri, invocazioni a Santi, tornano, a seconda dei periodi storici, ad essere presenti nella vita dell'uomo; perfino nella vita quotidiana, nei gesti, nei moduli espressivi spesso ripetiamo, pur se a livello inconscio, abitudini, credenze, rituali antichi. Ma tutto ciò ci aiuta a vivere? Forse abbiamo bisogno di un'altra fede, quella vera che ci aiuta anche quando, in talune situazioni, si ha l'impressione che Dio sia scomparso dal quotidiano vivere degli uomini. Il poeta si sofferma su alcuni episodi di vita, quella della povera gente, costretta dalla povertà , alla solitudine e all'abbandono. Davanti a tali eventi la fede apre in noi spazi che ci rendono abili a fare opere di bene in nome dell'amore che, come si è detto prima, è il filo conduttore di tutto il percorso poetico di Emanuele.
Se si vive così, all'insegna dell'amore per i propri cari, allora dobbiamo cercare e ritrovare nei nostri spazi il centro di gravità, una grande forza di attrazione che ci faccia intraprendere un cammino spirituale diretto a Dio attraverso l'esempio di sacrificio e abnegazione che ci ha lasciato la Madonna.
A Lei il poeta si rivolge, a Lei chiede aiuto, a Lei chiede di non abbandonarci e come la mamma terrena è per Emanuele una stella, che lo guida nel divenire della vita di tutti i giorni, così la Madonna è la nostra mamma celeste che ci può salvare dal male perché solo Lei conosce il perdono e la pietà